Stadio di Siena
Concorso per il nuovo Stadio comunale
Siena (SI)
con Piero Baroni, Mauro Galantino
Remo Chiarini (idraulica e sostenibilità), Alessandro Ghinelli (fondazioni speciali), OTH Bâtiments (strutture e impianti)
Il paesaggio in cui si inserisce il nuovo stadio è quello delle crete senesi, caratterizzato da un succedersi di dolci colline che si alternano a valli e vallecole, con un moltiplicarsi di crinali fino all’orizzonte lontano. Pur con qualche raro episodio di degrado, l’immagine di questo territorio non è molto cambiata dalla rappresentazione che ne ha dato nel ‘300 Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena. Un paesaggio di grande pregio universalmente conosciuto ed amato.
L’ubicazione scelta ricade nelle vallecola di un affluente secondario del torrente Arbia, all’interno di un territorio agricolo costellato sui crinali di insediamenti rurali. Il fatto che si trovi in prossimità della zona industriale di Isola d’Arbia va considerato uno stimolo per tenere alta la qualità dell’inserimento.
Il problema dell’’inserimento nel paesaggio non è mimesi, bensì una modalità del progettare e del costruire: approfondire il dialogo con il contesto, la considerazione dei coni visuali, controllare le geometrie del progetto, il rapporto con il suolo, le altezze, i materiali, ecc. Il nuovo stadio è incastonato trasversalmente nell’avvallamento del “fosso della Bandita” prima della sua confluenza nel Fossatone. Gli elementi strutturanti l’architettura sono gli stessi che strutturano il paesaggio.
Due quinte murarie, che definiscono l’impianto, scavano nelle forme ondulate del terreno il volume geometrico e determinano una piattaforma su cui poggiano i settori superiori delle gradinate. La massima altezza fuori terra è di 16 metri. L’andamento altimetrico del terreno sul perimetro esterno dell’edificio viene corretto con scavi e rilevati, attenuando i dislivelli, solo nella misura necessaria per consentire la realizzazione di un percorso esterno per i mezzi di emergenza.
La scelta dei materiali della costruzione è pure strettamente connessa al suo inserimento. Le grandi pareti che la racchiudono sono in cemento armato a vista con superfici lavate a far apparire la grana degli inerti dei colori delle terre su cui poggia. Sottili linee realizzate con inserimento di listelli di laterizio segneranno le riprese dei getti. La copertura, con struttura in acciaio, è rivestita sull’esterno con lastre di lamiera di rame e sulla faccia inferiore con lastre alleggerite di cemento e fibre di vetro.
Nell’intervento le pertinenze hanno una estensione preponderante, risulta quindi evidente che la loro sistemazione concorre in maniera determinante a strutturare il rapporto fra questa grande infrastruttura urbana e il territorio che l’accoglie. Nella scelta progettuale adottata il disegno delle infrastrutture per la mobilità ed i parcheggi diviene disegno del nuovo paesaggio ed elemento di riqualificazione in rapporto alla zona industriale esistente.