Piazza Isolotto

Piazza Isolotto

Concorso per la riqualificazione di Piazza Isolotto

Firenze

con Giulia Barbagli, Piero Baroni, Mauro Galantino,

Renzo Manetti, Giulia Pedduzza, Marianna Staccioli


Il Quartiere INA Casa dell’Isolotto a Firenze fu programmato nella seconda metà del 1950.  Per ridurre i costi di esproprio furono scelte aree in riva sinistra d’Arno, degradate da discariche e cave di inerti, lontane dalle naturali direttrici di espansione urbana che seguivano le strade in uscita dal centro. In queste aree si progettò un nuovo quartiere-satellite autosufficiente con un evidente riferimento alla cultura anglosassone delle new towns. Il quartiere fu progettato come quartiere-giardino.

La maglia stradale e l’allineamento degli edifici si svolgevano paralleli al fiume. All’altezza del piazzale delle Cascine il fiume forma una leggera curva, disassando le strade che si mantenevano parallele all’argine. In quel punto fu prevista una piazza-cerniera fra due parti dell’insediamento, che assumendo una forma trapezoidale sarebbe servita anche a correggere visivamente la perdita di ortogonalità.

La piazza era il cuore del quartiere deputato al commercio, al mercato rionale, alla religione, alla socializzazione: un centro non geometrico ma funzionale e sociale.

Tavola di concorso 1

Basta una qualunque foto aerea per comprendere come l’idea di piazza che fu alla base del progetto originario sia stata stravolta negli anni da un susseguirsi di interventi occasionali e discontinui che hanno condotto a una devastante frammentazione dello spazio.

Tavola di concorso 2

Il progetto considera un ritorno alle origini, a un’idea di piazza sobria, contenuta, pedonale, unitaria pur nella poli-funzionalità, immagine di un quartiere socialmente vitale e caratterizzato da una forte identità comunitaria. Una immagine di piazza che rispecchi l’identità della popolazione e del luogo.

Su questo concetto si è costruita un’idea nuova e nello stesso tempo antica proiettata fra i due poli della chiesa e del fiume, luogo di mercato, di incontro, di relazioni fra le persone. Una piazza pedonale che tiene ai margini le strade veicolari e i parcheggi, che ricostruisce le relazioni perdute fra mercato e commercio di vicinato, che lega nuovamente il sagrato della chiesa all’ampio cannocchiale antistante, che costruisce un elemento di forte impatto visivo, come luogo deputato alla comunità e riassunto ideale di ogni visuale, utilizzando la tipologia della loggia che affonda le sue radici nella storia e nella tradizione fiorentina.

 

Tavola di concorso 3